A pochi chilometri da Carbonia, sull’altopiano che domina la valle del Cixerri, il Parco archeologico di Monte Sirai racconta oltre duemila anni di storia. Fondato dai Fenici nell’VIII secolo a.C. e ampliato dai Cartaginesi, conserva resti di abitazioni, fortificazioni, necropoli e del celebre tofet, il santuario cimiteriale dedicato ai bambini.
Il sito archeologico di Monte Sirai si trova sulla S.S. 126 (a soli 3 km dalla città di Carbonia) su un'altura di 191 metri di altezza. Questa posizione era strategica per la possibilità di controllare le tre principali vie di accesso all'intera subregione del Sulcis: il mare e le isole, la pianura del Campidano, le antiche miniere metallifere dell'Iglesiente. Gli scavi, iniziati più di cinquant'anni fa, rivelano una sovrapposizione di diverse civiltà. I primi insediamenti risalgono al Neolitico (come testimoniano le Domus de Janas) e poi al periodo nuragico. Ma è solo con i Fenici, che la occuparono a partire dal 750 a.C., e soprattutto con i Cartaginesi (a partire dal 520 a.C.) che la città assunse l'aspetto definitivo. Dal 238 a.C., dopo alterne vicende, i Cartaginesi dovettero cedere ai Romani il dominio della Sardegna, ma il sito di Monte Sirai continuò a essere abitato dai Punici, insieme a un gruppo di coloni berberi e antichi abitanti di origine nuragica. L'area fu abbandonata bruscamente intorno al 110 a.C., probabilmente in seguito a una deportazione da parte dei Romani. Il sito archeologico di Monte Sirai è suddiviso in tre parti principali: l'acropoli, la necropoli fenicia e punica e il tofet. L'unico edificio pubblico riconoscibile si trova all'ingresso dell'Acropoli: una struttura fortificata costruita su un nuraghe preesistente che nei secoli recenti è stato trasformato nel Tempio di Astarte; Ma nel villaggio si possono ancora distinguere quartieri, piazze e case: la Casa del Fantar (dal nome del suo scavatore), con ingresso a corridoio e priva di finestre; o la Casa del Lucernario di Talco (così definita per il ritrovamento di una lastra di talco che fungeva da lucernario), composta da quattro vani. Fuori dal villaggio si trovano sia la necropoli fenicia (con le antiche tombe a cremazione) sia quella punica (con le splendide camere sotterranee delle tombe ipogee). Oltre a queste, si trova il tofet che comprendeva un'area consacrata dove venivano deposti i resti combusti delle sepolture infantili in un vaso, accanto a una piccola stele raffigurante il bambino.
Orari: 10:00 - 19:00 (da aprile a settembre), 10:00 - 17:00 (da ottobre a marzo) Chiuso il lunedì Biglietto: € 5,00 Telefono: 0781 62665 - 0781 63512
Non molto frequentato, stranamente. Ma vale sicuramente una visita. La salita dalla statale 126 non è molto lunga, ma può rivelarsi abbastanza impegnativa sotto il sole e con il peso dei bagagli
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