Quando si arriva a Mulazzo, piccolo borgo di pietra incastonato nei boschi della Lunigiana, non si può fare a meno di volgere lo sguardo verso ciò che resta dell'antico castello medievale: una torre solitaria, imponente nella sua essenzialità, e alcuni ruderi che, come tracce silenziose del tempo, raccontano storie di potere, poesia e ospitalità. È proprio qui, in questo luogo raccolto e suggestivo, che si intreccia la memoria del "castello di Dante", così chiamato perché legato al soggiorno del Sommo Poeta nel 1306.
Il castello, un tempo centro vitale del potere dei Malaspina dello Spino Secco, era il cuore pulsante della vita politica e amministrativa di Mulazzo. La famiglia Malaspina, tra le più influenti dell’Italia medievale, aveva fatto della Lunigiana un mosaico di castelli e corti, e quello di Mulazzo ne era una delle gemme più rappresentative. Oggi ne restano soprattutto i resti della torre, chiamata comunemente "Torre di Dante", che veglia sul paese dall’alto, come un guardiano delle memorie antiche.
Ma perché proprio “castello di Dante”? Perché in questo luogo, ormai oltre sette secoli fa, Dante Alighieri fu ospitato durante il suo esilio da Firenze. Lontano dalla sua città e immerso nelle complesse trame della politica del tempo, Dante trovò nella corte dei Malaspina non solo rifugio, ma anche un raro esempio di signorilità e cultura. Fu Moroello Malaspina ad accoglierlo, ed è proprio a lui che Dante dedica parole di sincera gratitudine nel canto VIII del Purgatorio, lodando la "cortesia e il valore" della famiglia che lo aveva ospitato.
Immaginare Dante affacciarsi dalle mura del castello, osservare i boschi della Lunigiana e forse comporre nella mente i versi che avrebbero attraversato i secoli, aggiunge una dimensione emozionante a questa rocca oggi spoglia. Nonostante i secoli, il fascino del luogo è intatto: il paesaggio intorno è ancora quello, selvatico e maestoso, e il silenzio che avvolge la torre sembra custodire i pensieri del poeta.
Oggi il sito è parte di un percorso culturale che Mulazzo ha fortemente voluto mantenere vivo. Ai piedi della torre si trova la statua in marmo di Dante, scolpita da Arturo Dazzi nel 1965, in occasione del settimo centenario della nascita del poeta. Con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte, la statua è un richiamo visivo e simbolico alla presenza viva di Dante nella storia del borgo.