La maggior parte dei resti architettonici visibili oggi sulla collina risale al Neolitico medio (VI millennio a.C.), che rappresenta il periodo di massimo splendore dell'insediamento. In questo periodo, le case venivano costruite con materiali resistenti come pietra e argilla, ed erano di forma quadrata o rettangolare, solitamente composte da un unico ambiente. Avevano fondamenta in pietra e muri in mattoni di fango crudo, che offrivano buone condizioni abitative grazie alle loro proprietà isolanti. I tetti, in legno e canne, a doppia falda o a padiglione a seconda delle dimensioni della casa, erano rivestiti esternamente con strati di argilla. Sul tetto era presente un foro per il fumo proveniente dal camino. Infine, l'intera casa veniva intonacata con un sottile strato di argilla e spesso le pareti esterne venivano dipinte. Le case vengono costruite e ricostruite nella stessa posizione e hanno tutte approssimativamente lo stesso orientamento. Le loro dimensioni variano dai 20 ai 70 m². Stretti vicoli tra di esse formavano in alcuni punti delle piazze, come lo spazio vuoto tra le quattro case monolocali (38-50-37-47) in questa parte del villaggio. Tra queste case si trova la cosiddetta "Casa 50", che rappresenta la casa più grande dell'insediamento di Sesklo durante il Neolitico medio. Sia all'interno delle case che all'esterno, nelle aree adiacenti, diverse strutture servivano alle necessità quotidiane, come focolari, forni, magazzini e luoghi di lavoro. Il fatto che ogni casa avesse i propri magazzini e luoghi di lavoro suggerisce che ogni famiglia avesse una certa autonomia nel soddisfare le necessità quotidiane. Complessivamente, sono state rinvenute 22 famiglie complete e 12 parziali. Una ricostruzione moderna di case neolitiche è possibile visitare nel parco di Anavros, nell'area di fronte al Museo Archeologico di Volos.
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