Cadolten è un raccolto e ameno altipiano carsico (polje), quasi interamente circondato da alture di modesta altezza e interessato dall’alternanza di doline e di affioramenti rocciosi. È situato ad una altitudine di ca. 1200 m. Il toponimo deriva da “campus ad ultimum”, in epoca romana era infatti l’ultimo avamposto dell’agro municipale opitergino; è detto anche Canp de l’Armàda, poiché per raggiungerlo si risale, dal sacello di Sant’Antonio, l’ultimo tratto della Val Armàda (o Valle dell’Olmeto).
Cadolten è stato per secoli un luogo vocato alla pastorizia, non solo di bovini: ancor oggi, grazie ai muri a secco che le delimitano, si possono cogliere a colpo d’occhio le singole malghe, ognuna con la propria lama, cioè l’invaso d’acqua piovana a cui abbeverare il bestiame. A testimonianza poi della profonda religiosità che contraddistingueva i malgari, resta il capitello dedicato a San Floriano, il santo che protegge dagli incendi, soprattutto le casere e i casoni i cui tetti di legno e giunco erano facile preda delle fiamme. A testimonianza del persistere del culto, in alcuni casoni sono ancora conservate immagini del santo.
Di grande importanza storica è l’antichissima mulattiera, detta “del Santo”, che da Sonego e Osigo risale a Cadolten. Per quanto sia stata aperta una nuova strada silvo-pastorale, di essa sono ancora riconoscibili diffusi tratti di tracciato. Fino agli anni ’70 dello scorso secolo era utilizzata anche per la transumanza; in epoca veneziana, per trascinare a valle le stèle da remi del Bosco del Cansiglio. Recente è invece il sentiero “didattico” del Tenente William B. Berry, ufficiale americano che operò valorosamente in questa area durante la Resistenza.
Cadolten, sotto l’aspetto floristico, presenta una grande varietà di orchidee, fra le quali la rarissima microstile e l’orchide ad un bulbo, inoltre la nigritella comune e quella rossa, l’orchide dei pascoli, l’orchide pallida, l’orchide bruciacchiata. Si segnalano inoltre la ricca flora dei pascoli, rupestre e anche acquatica, come la peonia selvatica, la genziana primaticcia, quella di koch, la stella alpina, la valeriana delle rupi, la spirea cuneata.
Per quanto la zona sia prevalentemente arida (mancano del tutto i corsi d’acqua) si può riscontrare la presenza dell’erba-unta bianca, il salice retuso, l’erba milza comune. Nelle lame diffusi sono gli anfibi quali la salamandra alpina e il tritone alpestre. Tra gli uccelli si possono avvistare l’astore, lo sparviere, il falco pellegrino, il fagiano di monte, la ghiandaia, il corvo, la cincia dal ciuffo; tra i mammiferi la volpe, la donnola, la martora, il tasso.