La loggia, situata nel Giardino Salvi, sorge sopra l'acqua della Seriola nel punto in cui il corso d'acqua, proveniente da ovest, piega verso sud.
Il fronte esastilo della loggia, che poggia su arcate sorrette da robusti pilastri che salgono dal letto del fiume, è scandito da colonne tosco-doriche in cinque colonne intermedie archiviate, di cui la mediana è più ampia, ed è sormontata da un frontone triangolare sovrastante. il fiume si estende. tre stanze centrali.
Nella parte posteriore, la loggia presenta tre ambienti che si collegano ai resti delle mura scaligere. Sul lato ovest, chiusa superiormente da un timpano, la loggia si apre lateralmente al giardino attraverso un'apertura ad arco.
Secondo quanto si legge sul fregio, l'opera fu realizzata per volontà di Leonardo Valmarana e la data di costruzione sarebbe l'anno 1592, citato in questa iscrizione.
L'attribuzione della paternità del progetto al Palladio solleva molti dubbi tra gli studiosi, poiché non sono sopravvissuti documenti che lo testimonino, né i tempi e le modalità di costruzione sembrano consentire una simile attribuzione.
È certo che i lavori del giardino fuori le mura voluti dalla famiglia Valmarana iniziarono nel 1556; nel 1563 venne censita la casetta dietro la loggia.
Sulla base di questi avvenimenti, recentemente è stata avanzata l'ipotesi di un'anticipazione della data di costruzione agli anni 1590-1560, e della sua attribuzione a Paolo Antonio Valmarana, figlio di Giacomo Valmarana, che si era espresso favorevolmente per l'apertura del giardino. ; Si dice che Paolo Antonio si sia ispirato a un disegno a lungo creduto di Palladio, con il quale aveva un rapporto di amicizia, ma in realtà di Vincenzo Scamozzi.
La data 1592 riportata sulla trabeazione potrebbe quindi riferirsi all'anno in cui il giardino venne aperto al pubblico da Leonardo Valmarana.
Pur in assenza di informazioni certe sulle origini e sui tempi di ideazione e costruzione del monumento, la loggia testimonia comunque il precoce influsso che gli insegnamenti palladiani esercitarono sull'ambiente culturale vicentino.
Fonte: Guida al sito UNESCO pubblicata dall'Ufficio UNESCO di Vicenza
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