Il sito nel quale sorge l'attuale cimitero delle Vittime del Vajont non è nato per caso. Già dalle prime ore della tragedia era necessario trovare un'area adeguata che permettesse una catalogazione dei cadaveri ritrovati e fu quindi individuato questo sito, a poca distanza dal paese di Fortogna - frazione di Longarone - sul quale è sorto in poco tempo uno dei luoghi più tristi della storia del Vajont.
Il Vescovo di Belluno Muccin, che tanto aveva sofferto per la tragedia e che tanto si era adoperato per allegerire il dolore dei superstiti, è oggi sepolto qui, per sua volontà, accanto all'Arciprete di Longarone mons. Bortolo Larese, al cooperatore don Lorenzo Larese e insieme ai morti che anche per merito del Presule hanno ottenuto una sepoltura "dignitosa e cristiana".
Il cimitero di Fortogna è stato ed è un importante luogo di ritrovo per le varie manifestazioni periodiche che ricordano la tragedia e, tra non molto, sarà parte integrante di un progetto di ristrutturazione promosso della Amministrazione di Longarone.
Il cimitero monumentale delle vittime del Vajont si trova a Fortogna (Longarone). All'entrata del cimitero c'è un portale dove si possono vedere alcuni reperti storici e un percorso fotografico relativo alla realizzazione del cimitero stesso e alcune opere ispirate alla tragedia.La mattina del 10 ottobre 1963, di fronte alla spianata livida di fango lasciata dall'onda, ci si rende conto della necessità di individuare un'area dove seppellire le numerose Vittime. Il cimitero delle Vittime viene dunque collocato a 4 km a sud di Longarone, a Fortogna, frazione del comune non colpita dall'onda, su un campo di granoturco, consacrato, dove prontamente vengono scavate le fosse ove calare le bare mano a mano che le salme sarebbero arrivate sul posto.
Il cimitero originario contava 1464 croci, di cui solamente 700 avevano nome: la maggior parte delle Vittime infatti non è nemmeno stata riconosciuta. L'attuale cimitero monumentale, inaugurato dopo la ristrutturazione il 19 giugno 2004, si presenta invece come un immenso giardino, un infinito prato verde, sul quale poggiano 1910 cippi marmorei bianchi, uno per ogni vittima della tragedia, a prescindere dal ritrovamento, dal riconoscimento o dal luogo di sepoltura: sono tutte Vittime di una stessa tragedia e vanno ricordate tutte allo stesso modo.