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Castello Sonnino e Promontorio del Romito

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15 persone hanno consigliato questo luogo

Consigliato da 15 ciclisti su 16

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    I migliori percorsi per cicloturismo che includono l'Highlight 'Castello Sonnino e Promontorio del Romito'

    4,5

    (33)

    229

    ciclisti

    1. Castello del Romito – Scogliere di Calafuria giro ad anello con partenza da Ardenza

    40,7km

    02:47

    670m

    Giro in bici per esperti. Ottimo allenamento richiesto. Superfici perlopiù asfaltate. Adatto a ogni livello di abilità.

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    Difficile

    Giro in bici per esperti. Ottimo allenamento richiesto. Superfici perlopiù asfaltate. Adatto a ogni livello di abilità.

    Difficile

    Giro in bici intermedio. Buon allenamento richiesto. Superfici perlopiù asfaltate. Adatto a ogni livello di abilità.

    Intermedio

    Suggerimenti

    29 ottobre 2024

    Il punto più alto della bella litoranea che da Livorno va verso Castiglioncello arriva a malapena a una novantina di metri sul livello del mare (abbastanza, comunque, perché il ciclista poco allenato o quello con bagagli avverta un po' di fatica). Si tratta di un promontorio a picco sul mare che prende nome di Romito ed ospita una costruzione che richiama alla mente un fortilizio medioevale, anche se ha poco più di un secolo: il castello Sonnino (dal nome del ministro Sidney Sonnino che lo fece costruire).

    Il nome del promontorio, Romito, ha origine da una romantica leggenda con qualche riferimento storico tutto da verificare. Si narra che, al tempo in cui re Carlo VIII scese in Italia e tolse a Firenze il dominio sulla città di Pisa e sul litorale, il comandante delle truppe francesi, Ernesto d'Estrangues, si innamorò perdutamente di una nobile fanciulla pisana, Gabriella Lante. Quando Carlo VIII, rompendo la parola data ai Pisani, decise di restituire Pisa, facendola tornare sotto l'odiato giogo fiorentino, Ernesto diviso tra il dovere di obbedire agli ordini del re e le accorate preghiere contrarie della bella Gabriella, cedette alla passione e permise ai Pisani di organizzarsi, contrattaccare e respingere le truppe di Firenze che erano sopraggiunte. I cittadini riconquistarono così la libertà, ma Ernesto col suo tradimento aveva perso l'onore ed era stato anche condannato a morte. Sentendosi indegno di continuare a vivere in mezzo agli uomini e volendo espiare la sua colpa, decise di non rivedere più Gabriella e di sparire dal mondo.

    Di lui non si seppe più nulla, ma alcuni mesi dopo si sparse la voce che un Eremita si fosse stabilito su un promontorio della costa sul quale molti anni dopo fu fabbricata la torre e che prese appunto il nome di Romito. La leggenda infine si conclude narrando che solo sul punto di spirare Ernesto volle rivedere la giovane e che questa, fattasi suora di clausura, morì poi nell'anniversario della morte dell'amato.

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