Balliamo i Balcani tappa 11 da Gabela a Zavala. Silvia si è completamente ripresa. Colazione all’aperto e si parte lungo la ferrovia. Attraversiamo 2 ponti in ferro dall’architettura affascinante uno dei quali ancora adibito a transito veicolare, poi in località Dracevo abbandoniamo decisamente le strade, ed il nostro percorso si incammina sul tracciato originale in ghiaia. In questo tratto si attraversano e si possono ancora ammirare importanti opere di costruzione quali terrapieni su valli laterali, ponti in ferro, gallerie, le ultime 2 (per quanto mi risulta) gallerie in curva ancora rimaste in piedi, importanti intagli nelle pareti rocciose. Questo tratto del percorso è semplice da pedalare ma al tempo stesso pieno di attrattiva. Per l’attraversamento delle gallerie conviene portare con sé qualche torcia potente, sono completamente buie e vi soggiornano colonie di pipistrelli, che disturbati dal vostro passaggio emetteranno acuti stridii, lanciandosi in volo. Se li inquadrerete con le torce li vedrete guizzare nella semioscurità. Chi è più bravo riuscirà a fotografarli!
La ex strada ferrata sale costantemente con un affascinante percorso tortuoso che attraversa piccoli paesi semiabbandonati, dove si riconoscono i ruderi delle vecchie stazioni ferroviarie. Fortunatamente in alcuni di questi paeselli si trova qualche fontanella ristoratrice. Fiancheggiamo la zona umida del lago Svitavsko. Oltre Hutovo il percorso fiancheggia per chilometri il grande Polje (pianura carsica) che arriva sino a Trebinje. Il panorama è insolito, la pianura è incastonata tra le montagne, ci si aspetterebbe di trovarsi di fronte ad uno specchio d’acqua; invece, a perdita d’occhio ci sono coltivazioni. Recentemente per drenare le acque ristagnanti sul fondo della pianura è stato costruito un sistema di canali di raccolta, con un effetto alquanto scenografico; ciò ha reso possibile un miglior utilizzo del fondo valle a scopi agricoli. Sicuramente coltivato fin dall’antichità l’utilizzo del fondovalle era soggetto a limitazioni e difficoltà dovute agli allagamenti stagionali in quanto raccoglieva senza un vero e proprio sbocco tutte le acque dei versanti vallivi, disperdendole poi, come avviene nelle pianure carsiche, solo per percolamento.