"Il Santuario di Castel Bilìci è inserito in quello che era uno dei più importanti feudi contenenti elevate concentrazioni di grano. Appartenente alla famiglia Ventimiglia, il castello locale fungeva da perfetta base operativa per lo sfruttamento agrario e oggi sono visibili solo alcuni resti delle sue antiche fondamenta, sparse nel circondario. Tali testimonianze possono essere visionate tra le fabbricazioni più moderne, dato che sono state inglobate nella crescita del piccolo feudo.
La storia della struttura ecclesiastica parte da molto lontano, dato che le prime tracce risalgono al XVII secolo. In quel periodo, i Francescani del vicino convento si stabilirono presso il castello antico, assistendo anche i contadini locali. Quindi, l'edificio versò in condizioni di abbandono fino al 1918, quando sei cittadini della località di Marianopoli lo acquistarono per diffondere il culto del Santissimo Crocifisso. Nel corso dei decenni, l'interesse verso il Santuario è cresciuto anche grazie all'aumento del numero dei proprietari.
Il crocifisso e le altre opere d'arte del Santuario Crocifisso di Castel Bilìci
Il Santuario deve la sua denominazione proprio al crocifisso in legno che la famiglia Petralia donò alla duchessa Maria Fernanda Alvarez, a quei tempi governante del feudo di Castel Bilìci. Il crocifisso policromo era considerato come un dono prezioso, di pregevole fattura e disponibile a grandezza naturale. Fu forgiato da mani molto esperte, che lo avevano reso uno spettacolo per chi lo guardasse".