Stramare (420 m slm) è un piccolo borgo adagiato sul fondo della valle che conduce a Milies (680 m slm), alle pendici del Monte Zogo.
Dopo una storia plurisecolare, avviata all’inizio del ‘600 da carbonai provenienti dall’Istria, oggi il borgo è completamente disabitato. Rimane la saltuaria presenza dei proprietari immobili suddivisi fra locali e villeggianti. All’inizio del ‘900 Stramare contava oltre 140 abitanti, e fino a poche decine di anni fa continuava a vivere in una particolare forma di autonomia con la propria scuola elementare, l’osteria, la chiesetta di S. Valentino, la festa patronale, la socialità nei filò di stalla, la saggia divisione di compiti con modalità radicatesi nel tempo. Poi, le maggiori comodità del lavoro e delle abitazioni a valle lo hanno lentamente svuotato. Stramare è stato anche “il” cognome della gente del borgo, da cui la definizione “Stramare. Un borgo, un cognome”.
Attualmente Stramare è un delizioso borgo attorniato dal verde, delimitato da piccoli torrenti, caratterizzato da case in pietra, in parte ristrutturate per brevi e rilassanti soggiorni. Il silenzio, la temperatura mite, la presenza di flora e fauna tipiche, gli danno un aspetto che riempie l’animo sensibile.
La piccola chiesetta a base circolare di S. Valentino e l’antica fontana di pietra rappresentano il “centro del paese”; proprio questi due elementi si fondono ne “el fontanel de san Valentin” la cui acqua, oltretutto particolarmente buona, assume poteri benefici per gli innamorati. Questa stessa piazzetta e tutti gli spazi aperti del borgo si prestano a varie manifestazioni: concerti musicali, declamazione di versi danteschi, mostre a tema, incontri con scrittori, appuntamenti folcloristici. In particolare, alcune vecchie case vengono invece appositamente riaperte a San Valentino, la festa del patrono.