E' una tra le più antiche chiese dell'attuale città di Scicli, ricostruita dopo il terremoto del 1693 su concessione dai Confrati della chiesa di San Michele Arcangelo alle suore Agostiniane.
I lavori di ricostruzione, iniziati nella seconda metà del settecento ad opera dell'architetto siracusano Michelangelo Alessi, conclusero nel 1859 sotto la guida dell'architetto Giuseppe Far» Palermo.
Il prospetto principale si presenta su tre ordini, con una superficie leggermente convessa e movimentata da colonne libere con capitelli corinzi che affiancano, nel primo ordine il portale principale sovrastato da uno scudo araldico; nel secondo ordine, una finestra arricchita con motivi floreali e chiusa da una gelosia in ferro battuto.
Il terzo ordine denota un'architettura neoclassica caratterizzata da un timpano triangolare che conclude la facciata e da piatte lesene con capitelli corinzi che sostituiscono le colonne e inquadrano la cella campanaria decorata da festoni.
Di estremo interesse è la soluzione data al portale laterale di via F.
Mormina Penna in quanto l'architetto dovendosi confrontare con uno spazio esiguo ricorre ad effetti illusionistici.
L'interno è uno straordinario gioiello d'arte e non mancano stucchi, affreschi, pitture, sculture, decorazioni riproducenti in rilievo strumenti musicali, detti "coretti musicali".
I colori e gli stucchi dell'intero non sono quelli originari del settecento ma opera dello scultore Giuseppe Sesta Poliziano nel
1851.
Sulla superficie curva si dispongono quattro altari sui quali sono collocati dipinti che raffigurano S. Agostino, S. Michele Arcangelo, l'Adorazione dei Magi a Gesù Bambino e una ovale raffigurante la Madonna delle Grazie ed infine un Crocifisso ligneo risalente al quatirocento.
Sulla volta sono collocate delle tele della seconda metà del secolo
XIX raffiguranti episodi della vita di S. Agostino ad opera di Gaetano
Di Stefano.
Nella sagrestia sono conservate, dentro un artistico reliquario, preziosi avanzi di Santi e Martiri Cristiani.