Gallitello è un mistero. Dietro a questo pezzo di territorio si nascondono tanti particolari che meritano un'osservazione e creano più di qualche domanda
Lungo il percorso della ss119 che collega Alcamo con Castelvetrano (ma comunemente identificata come Alcamo-Gibellina) è lo spartiacque per raggiungere le località dell’entroterra belicino, tra le quali: Calatafimi-Segesta, Gibellina e Camporeale tra le altre.
Uno snodo tanto "importante" da aver visto sorgere nelle sue immediate vicinanze uno svincolo della A29, apparentemente nel bel mezzo del nulla.
Fino ad alcuni anni fa, era presente anche una stazione ferroviaria nella tratta Alcamo diramazione-Castelvetrano-Trapani, prima che venisse declassata a Posto di Movimento.
Al suo interno si può notare un cartello -presumibilmente di epoca fascista- con su scritto “Se qualcuno avrà sradicato o abbattuto un olivo, sia di proprietà dello Stato sia di proprietà privata, sarà giudicato dal tribunale, e se, sarà riconosciuto colpevole, verrà punito con la pena di morte”.
Nonostante l'alone di mistero e spaesamento causato da tutto ciò, il contesto naturale di Gallitello è forte dei paesaggi che cambiano colore e fisionomia con le stagioni. Un territorio dove si incontrano bagli sparuti, campagne e trazzere dai nomi bizzarri come Borgo di Pietra e Catalfalsa. Un insieme di case spesso adibite ad allevamenti, lontane dalle caotiche e fastidiose quotidianità cittadine.
Nelle giornate uggiose la nebbia scandisce il passo e Gallitello sembra trovare riparo nei Monti di Gibellina. Una serie di rilievi brulli quasi distaccati l’un con l’altro, che custodiscono segreti di natura archeologica e ambientale.
Le coltivazioni di grano, i vigneti e oliveti rappresentano le massime colture e si intersecano in un gioco di linee, confini e figure “quasi” ortodosse. Non lontano, sono presenti un paio di edicole votive volute dalle congregazioni gibellinesi. Nell'importanza religiosa rivestita, sicuramente, proteggono il paesaggio da un’ipotetica interferenza umana.
Gallitello rientra nei confini comunali di Calatafimi-Segesta nonostante territorialmente sia più vicino all'abitato di Gibellina e per qualche centinaio di metri ricada anche nel territorio della provincia di Palermo. Insomma un gioco di confini e territori che arricchisce di un altro particolare uno dei tanti misteri che la Sicilia è riuscita a partorire.
Tanto da aver creato una vera e propria leggenda attorno a questo luogo, per il quale gli appellativi si sono sprecati nel corso del tempo e, con l’avvento dei social, è stata creata (addirittura) una pagina al riguardo con tanto di amministrazione, sindaco, regolamenti territoriali e normative allegoriche per ironizzare sulla fantomatica veridicità.