Bellissima cattedrale dal culto cattolico romano, in stile romanico-Lombardo, con rosone e cappella barocca.
È la principale chiesa cittadina ed è stata edificata sull'area in cui era originariamente presente l'antica basilica paleocristiana di San Vigilio, da cui prende il nome e che è il patrono della città[1]. Alla sua morte, Vigilio fu sepolto nella basilica. Scavi condotti tra il 1964 e il 1977 hanno evidenziato la presenza di un'antica costruzione ad un'unica navata di 14 × 45 m.[2] È comunque da ricordare che molto probabilmente, prima della morte del santo, fosse presente una chiesa, costruita secondo i modelli padani, ossia con aula unica e abside semicircolare rivolta verso est. Questa antica basilica era stata costruita fuori dalle mura perché fungeva da chiesa cimiteriale, infatti qui sono stati sepolti san Vigilio ed i tre martiri anaunensi Sisinnio, Martirio e Alessandro.
Il principe vescovo Uldarico II (1022-1055) iniziò la costruzione del palazzo vescovile e la riedificazione della cattedrale. Quest'ultima aveva tre navate, con pilastri impostati su blocchi di base provenienti da resti romani, ed è romana e semi greca; inoltre si iniziò anche la costruzione di una cripta. Altemanno (1124-1149) proseguì la costruzione della cripta (che esiste tuttora), che verrà consacrata nel 1145. Ma se con Uldarico II la costruzione procedeva riadattando e utilizzando i resti romani, con Altemanno vennero aperte nuove cave, facendo così cessare la dipendenza dai resti classici.
Il vescovo Federico Vanga (1207-1218) decise di ricostruire interamente il duomo dalle fondamenta, affidando il progetto alle maestranze comacine guidate da Adamo d'Arogno, come attesta una lapide murata nel basamento dell'abside, che recita in latino come nell'anno 1212, alla presenza del Vescovo Federico Vanga, il maestro della diocesi di Como Adamo d'Arogno incominciò e fabbricò questa chiesa poi conclusa dai suoi figli e nipoti. La costruzione iniziò nel 1212, ma alla morte del Vanga in Terrasanta i lavori andarono in crisi. Il progetto di Federico Vanga venne comunque sostanzialmente rispettato dai suoi successori, che ne proseguirono la costruzione mantenendone i caratteri principali stabiliti nel progetto, ovvero:
tre navate scompartite da colonne a fascio;
transetto sporgente munito di tiburio;
navata maggiore terminante ad est della crociera con un presbiterio molto profondo e con un'abside semicircolare;
due campanili in facciata, di cui solo uno fu ultimato, come si può notare dalla facciata, che risulta incompleta dove doveva sorgere il secondo campanile, e dall'interno, con una scala che si ferma alle mura; ciò dà alla facciata un aspetto asimmetrico (nella chiesa della Santissima Trinità, in via Santa Trinità, è visibile un'incisione di entrambi i campanili, ai piedi di un altare laterale);
porta laterale a nord dotata di protiro;
capitelli a forma di bocciolo.