Le cave di travertino poste a Nord dell'abitato di alcamo sono un sito molto importante per la paleontologia sia perché il travertino risale al Pleistocene sia perché ha interessanti caratteristiche geologiche e morfogeologiche; grazie al grande numero di reperti fossili scoperti, esso dà la possibilità di ricostruire le vicende geologiche di quest'area.
Fin dai primi anni del '900 venivano raccolti e portati all'università di palermo curisosi resti /ossa fossili provenienti dalle cave di travertino alcamesi. Una scatola contenente questi reperti è conservata presso il museo paleontolgico di Palermo e riporta con provenienza Cava di Fontana della Pietra. Migliaia invece sono le sfere calcaree raccolte negli anni dei cavatori ed utilizzate per farne curiosi "souvenirs"; solo il ritrovamento più recentemente del calco del carapace di una grossa tartaruga ha permesso di associare queste "strane" sfere calcaree a quello che in effetti sono, calchi di uova di tartaruga gigante, ritrovate spesso nello posizione naturale della deposizione, raccolte cioè a grappolo. Alla fine del 1984, infatti, nella cava della cooperativa "Siciltravertino" in contrada "gammara", è stata trovata l'impronta o il calco del carapace di una grande tartaruga, Geochelone sp, della lunghezza di metri 1,15 e alcune uova: questi due reperti fossili sono conservati presso il Museo di paleontologia e geologia Gaetano Giorgio Gemmellaro di Palermo. La tartaruga, pure presente nel Pleistocene di Malta, richiama quelle che tuttora vivono numerose ad Aldabra, un grande atollo e riserva naturale protetta, situato vicino alle Seychelles.
Il geosito di Alcamo ha portato anche al ritrovamento dello scheletro di un elefante nano, Elephas falconeri, (e anche delle sue zanne, denti, e crani); nel 1985 il professore Giorgio Belluomini, esperto del C.N.R., utilizzando il metodo della racemizzazione degli aminoacidi sui denti del fossile, ha scoperto che questo elefante nano risale a 260.000 anni fa.
Nel travertino sono stati scoperti anche degli esemplari di ghiro gigante, cervo nobile , Cervus elaphus, e cinghiale, Sus scrofa, conservati al Museo Civico Torre di Ligny di Trapani.[8]
Il sito ha reso possibile stabilire la datazione esatta degli Elephas in Sicilia perché in una spaccatura del travertino, con del paleosuolo all'interno, sono stati scoperti i resti di un elefante di media grandezza, l'Elephas mnaidriensis, dapprima considerato erroneamente il progenitore dell'elefante nano.