Il borgo di Prela è oggi ridotto a poche case, una fila di costruzioni quasi interamente restaurate da parte di proprietari stranieri che hanno intuito il valore del paese anni addietro. Le case sono compresse fra i ruderi dell'antico castello e la chiesa dei SS. Giacomo e Nicolò, che chiude il paese a valle. Questa luogo prese il nome dalla "petralata" ossia Ia larga pietra sulla quale i feudatari avevano costruito Ia fortezza piu volte distrutta e riedificata.
Il castello, posto a guardia della via Marenca, che si connette con la via del Sale, è stato demolito dopo l'ultima riconquista Genovese.
Antonio Doria nel 1340 distrusse il castella di Prela Soprana fin dalle fondamenta; lo stesso castello venne ricostruito successivamente piu in basso sullo sperone roccioso, dove ancor oggi si vedono le vestigia, gli avanzi delle quattro torri semicircolari. La massiccia costruzione dagli enormi blocchi irregolari di pietra, un muraglione ed una torre contigui, presentano nella parte alta alcune feritoie e traccia di scalette interne per il disimpegno dei vari piani ed ambienti.
La torre esterna era collegata al castello; secondo Ia tradizione popolare erano pure collegati, per mezzo di cunicoli, le diverse "colombere" o torri di avvistamento dislocate nei dintorni. Dai primi anni 2000 è di proprietà di un privato tedesco che ne sta curando il restauro.
La chiesa a fine paese, recentemente restaurata, si erige sopra un ammasso di scogli sovrapposti e segregati gli uni dagli altri in modo da lasciare interstizi e caverne sotterranee, le quali spingendosi sotto il pavimento della chiesa costituiscono una specie di sotterraneo impraticabile e profondo, entro cui sino al 1845 si deponevano i morti, tramite un foro nel centro del pavimento della navata principale. All'interno decorazioni, stucchi ed un organo completo del 1700 circa. La chiesa è la matrice di tutte le altre della valle (cioè quella che per prima ha generato tutte le altre chiese, facendo nuove copia delle scritture sacre originali)