La cattedrale fu costruita per volere del conte Ruggero I nell'XI secolo per sradicare il cristianesimo di rito greco-bizantino e affermare il rito cattolico nella regione. Nel 1643 il campanile fu danneggiato da un terremoto e in seguito la chiesa fu distrutta da altri eventi. Fu ricostruita nel 1737 dal vescovo Michele Abbati e nuovamente distrutta dal terremoto del 1783. Fu ricostruita dal vescovo Nicola Notaris, che la consacrò il 6 maggio 1798.
Squillace fu un importantissimo centro ecclesiastico, una delle prime diocesi della Calabria a seguire il rito greco. Secondo antichi documenti, prima del terremoto del 1793 a Squillace c'erano 28 chiese, tre monasteri maschili e quattro femminili.
Tra gli edifici religiosi spicca la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la chiesa più importante di Squillace e concattedrale dell'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.
Questo primo luogo di culto di rito latino sorse a Squillace nel 1096 per volere del conte normanno Ruggero I d'Altavilla, subito dopo la conquista della città. L'attuale cattedrale, invece, è stata edificata dopo il terremoto del 1783 e nel 2015 è stata elevata al rango di "Basilica Minore", titolo onorifico conferito dal Papa a tutte le chiese storicamente significative.
La chiesa originaria, in stile romanico-normanno, fu costruita con pietra e mattoni da taglio e un'ottima malta di calce, in armonia con l'architettura delle Abbazie di Sant'Eufemia ed in particolare delle Cattedrali di Gerace e Mileto.
L'attuale facciata, a bugne di stile romanico, presenta un corpo centrale leggermente sporgente da quelli laterali.
La cattedrale è composta da tre navate divise da pilastri. All'interno si trovano un fonte battesimale del XVI secolo, la tomba del vescovo Capece Galeota, vissuto tra il XV e il XVI secolo, e un dipinto del XVIII secolo di Domenico Basile dedicato al martire Sant'Agazio decapitato a Costantinopoli e patrono di Squillace.
La cattedrale custodisce anche le reliquie del martire Sant'Agazio, centurione romano della Cappadocia decapitato a Costantinopoli sotto Diocleziano nel 311 dC, patrono della città di Squillace e della diocesi. Il suo culto raggiunse Squillace insieme alle reliquie che, secondo la leggenda, sarebbero state trasportate dalle onde del mare.
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