L'Agorà romana (anche Foro Romano) era una piazza dell'antica Atene. Agora (greco ἀγορά) si riferiva al mercato centrale e al luogo di incontro di una città dell'antica Grecia. Il termine corrisponde al latino forum. Ad Atene esistevano due agorai, l'agorà vera e propria, che risale al VI secolo a.C. aC, e l'Agorà romana dal tempo della dominazione romana.
La vita pubblica della città di Atene era concentrata dentro e intorno all'Agorà, il mercato, un grande rettangolo ombreggiato da platani, salici e pioppi, ornato di fontane, statue ed ex voto, circondato da portici dove mercanti e venditori vendevano ogni sorta di beni e provviste. C'erano anche i banchieri dell'epoca, i parrucchieri, i profumieri, uomini d'affari, letterati, artisti e artigiani, politici, oratori, filosofi, che camminavano e discutevano su tutte le questioni della vita e le questioni del giorno.
L'antico mercato sorgeva a ovest dell'Acropoli, ai piedi dell'Areos Pagos. Successivamente si trasferì a Kerameikos, questo splendido quartiere che divenne il centro della vita ateniese nei giorni della sua massima fioritura. Ma, al tempo dei successori di Alessandro Magno, Atene divenne considerevolmente più grande, e l'Agorà di Kerameikos si espanse verso est, coprendo gradualmente con splendidi edifici l'intera area a nord dell'Acropoli.
Quella che chiamiamo oggi L'Agorà Romana di Atene è una grande piazza lastricata, 112 m. lungo da ovest a est (370 piedi) di 96 m. (316 piedi) largo, costruito simmetricamente con la Biblioteca di Adriano, in direzione parallela e dimensioni analoghe. Un peristilio circondato da mura esterne, e una corte interna di 82 m. di 57 m. bandiera in marmo.
Le colonne del peristilio, ad aule doppie, erano di ordine ionico con fusto liscio. L'altra estremità del peristilio, il salone interno, era divisa in diverse botteghe profonde 6 metri, a testimonianza del fatto che si trattava di un'Agorà mercantile. Nell'angolo sud-ovest sorgeva una Fontana marmorea, alimentata dall'acqua della Klepsydra, detta l'Agorànomion, la stazione della polizia del mercato che fu poi restaurata da Erode Attico. Il propylon (ingresso) verso il lato ovest, rialzato tra l'anno 12 a.C. e il 2 d.C. a spese di Giulio Cesare e di Augusto, è conservato fino ai nostri giorni in uno stato soddisfacente, è noto sotto il nome di Porta del Mercato, o Porta di Atena Archegetis.
Durante il periodo bizantino e l'occupazione turca l'area fu ricoperta di case, officine e chiese, inclusa la sopravvissuta Moschea Fetiye. Dopo il necessario acquisto e demolizione delle case private e degli altri edifici che ricoprono l'area, sono stati effettuati una serie di scavi.
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