Fumegài è soprannominato 'il borgo fantasma': abbandonato per due volte, completamente isolato e silenzioso, fuori dal mondo, nella fredda e umida Val Carazzagno. Non ci si arriva in auto, ma solo tramite un bel sentiero che s'inoltra nel bosco e affianca la profonda forra creata del torrente; non ci arrivava l'elettricità; l'acqua era fornita da una fontana e da un pozzo.
Nacque come piccolo villaggio di una decina di case a fine '800, con gli abitanti dediti all'agricoltura e alla pastorizia: si spopolò un po' alla volta negli anni '20 del '900, in cui le nuove generazioni cercavano condizioni di vita e lavori migliori. Qui restarono solo pochi vecchi e poi non restò più nessuno. La costruzione della diga e il lago artificiale di Corlo dei primi anni '50 furono la mazzata finale che isolarono totalmente il versante orientale del bacino e le sue frazioni. Completamente abbandonata per decenni, la contrada fu ripopolata agli inizi degli anni '70 da una comunità hippy, in cerca del loro mondo ideale (i murales che si vedono in diverse stanza sono opera loro). Non passò però molto tempo che fu abbandonata anche dai figli dei fiori. Le cause non sono ben chiare: in internet alcuni scrivono che sia stato lasciata volontariamente a causa degli inverni troppo rigidi e del poco sole; altri in seguito a una retata improvvisa delle forze dell'ordine e relativo sgombero degli 'abusivi', in seguito a un suicidio avvenuto proprio in questo luogo. Nel 2019 un ragazzo, con il suo cane, è andato a vivere in una delle case, ripulendo la zona, installando un pannello solare e adattandosi allo stile di vita solitaria: vi è rimasto per circa un anno e mezzo; una parentesi in cui la borgata ha avuto un accenno di vita per la terza volta, per poi tornare nell’oblio.
Il nome 'Fumegài' si deve all'aspetto degli abitanti originali che, dediti anche all'attività di carbonai o comunque costretti a chiudersi in casa con il focolare acceso, erano sporcati dalla fuliggine, come spazzacamini: per questo venivano soprannominati 'infumegài' o 'fumegài' (affumicati in dialetto veneto).
È un luogo affascinante e inquietante: nelle stanze sono rimasti alcuni arredi e oggetti di vita quotidiana (piatti, attrezzi, un letto sfatto, ...), come se il tempo si sia fermato di colpo e gli abitanti scomparsi senza preavviso; o come in un frettoloso trasloco. Le case sono fatiscenti: molti pavimenti, soffitti e balconi in legno sono pericolanti.