Il monte Megyer, alto 300 m, è stato creato durante il periodo terziario della storia geologica, durante il vulcanismo del Miocene medio (Baden), e la sua massa è costituita principalmente da tufo riolite selettivo-silice.
Il ca. L'attività vulcanica iniziata 15 milioni di anni fa si è verificata sotto il livello del mare e in seguito le strutture vulcaniche sono salite sopra il livello dell'acqua. La sedimentazione in ambiente marino è raccontata dalle impressioni di tartarughe molluschi (es. conchiglie) mescolate nel materiale del tufo riolite. Durante l'intensa attività vulcanica esplosiva, i detriti luminosi sono precipitati lungo i fianchi dei vulcani come una valanga e si sono accumulati a causa della sua alta temperatura. È così che è stata creata la roccia omogenea e non stratificata che forma il materiale del Monte Megyer. Dopo la fine del vulcanismo, le soluzioni silicee scorrevano lungo le linee di faglia e penetravano nel tufo riolitico. Come risultato dell'attività post-vulcanica, le parti più morbide del corpo roccioso sono diventate più resistenti all'effetto dell'acido silicico, mentre alcune parti (come le pietre di horzak) si sono indurite, rendendo il materiale roccioso di Megyer-hegy sciatto, " pietra di vespa".
Dopo la solidificazione, i prodotti delle eruzioni vulcaniche impregnati di soluzioni silicee diventavano molto duri e resistenti, e le loro inclusioni e cavità cristalline li rendevano ottimi per la produzione di macine. C'era già una cava di macina sul monte Megyer nel 15° secolo, dove le macine sono state estratte e lavorate per secoli usando tecniche, strumenti e lavoro manuale simili. Il cosidetto Macine di "tipo italiano" sono state scolpite in un blocco di tufo riolite siliceo. Prima del declino della produzione alla fine del XIX secolo e della cessazione dell'attività nel 1907, la produzione media della miniera di macine variava tra 300-450 macine all'anno. Nel 19° secolo, il punto focale dell'estrazione di macine si trasferì nella vicina collina di Király, dove si producevano già macine di "tipo francese" (le macine erano già assemblate da diversi elementi). Per rimuovere l'acqua di fondo accumulata nella miniera, nel 1844 fu avviato l'approfondimento del canale di scolo, proseguito per decenni nell'angolo sud-ovest dell'Antica Miniera medievale.
Nella fossa di scavo della miniera di palmento abbandonata si formò il lago che in seguito fu chiamato "occhio di mare". Oltre allo stagno si possono studiare anche gli ex alloggi dei minatori scavati nel tufo riolite. Nel 1997 il lago ei suoi dintorni sono stati dichiarati area naturale protetta.
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