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    (1)

    8

    ciclisti

    1. Colle di S. Zeno — Giro ad anello

    25,2km

    02:41

    980m

    980m

    Gita in mountain bike difficile. Ottimo allenamento richiesto. Adatto a ogni livello.

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    Difficile

    Gita in mountain bike moderata. Buon allenamento richiesto. Adatto a ogni livello.

    Moderato

    Gita in mountain bike difficile. Ottimo allenamento richiesto. Adatto a ogni livello.

    Difficile

    Suggerimenti

    8 febbraio 2021

    "Gruppo di case a SE di Lavone, frazione di Pezzaze, a m. 750 s.m. sul fianco destro della Valtrompia. E' ora un paesetto. Il nome (Eto) si trova nel codice necrologico liturgico del monastero di S.Salvatore di Brescia. Il nome viene fatto derivare da qualcuno da Et-vet-vento. Il Guerrini invece lo fa derivare da faggeto-faèt, di cui sarebbe il diminutivo. Qualcuno fa derivare il nome dal greco-"cento", quasi a significare il numero dei suoi abitanti. Altri vuole che derivi da "Euros", ventoso perché spesso per la sua ubicazione è in balia dei venti. Dal sagrato della chiesa di S.Nicolò, meta di gite di villeggianti da Bovegno, Lavone, Pezzaze, si osservano la maestosa piramide del Muffetto, l'Aguzzo Corno di Prata, il solenne Crestoso, le aeree Colombine. In basso si allarga la conca di Bovegno. Ebbe un tempo importanza notevole e precedette lo stesso Lavone. Molte famiglie lavonesi sono infatti oriunde da Etto. Fu sede della primitiva parrocchia comprendente anche Lavone. Da Eto dipesero, secondo il Guerrini, gli operai delle officine del ferro attivate dalle acque del Molina e del Mella, là dove poi sorse Lavone. E' opinione di O.Piotti che i primi abitanti di Etto provenissero dal Colle di S.Zeno, dove si erano dedicati all'estrazione del ferro. Civilmente Eto appartenne con Lavone al comune di Pezzaze ma con Lavone stesso ebbe una speciale assegnazione di boschi e pascoli che amministrava separatamente. In una nota trovata su una pagina di Messale stampato nel 1470 a Collio si legge che nel 1343 "la terra di Lavo era senza gesia", e che la sua parrocchia era a S.Nicolò di Eto. Il 27 luglio 1343 i rappresentanti della Vicinia di Lavone, con l'appoggio di tutti i parroci della parrocchie contermini (fatta eccezione di quella di S.Nicolò), chiesero e ottennero il 27 agosto, di poter costruire una propria chiesa che divenne poi parrocchiale verso la metà del sec. XV. E' opinione del Guerrini che la chiesetta deve aver avuto origine da una scuola e aveva una sua buona dote beneficiale, che ebbe molte e dolorose vicissitudini perché contesa fra Bovegno, Pezzaze e Lavone, e che fu lentamente dispersa e sparpagliata, così che nelle relazioni delle Visite pastorali della fine del sec. XVI si afferma che la "ecclesia S.Nicolai de Heto est sine dote". L'antica parrocchiale di Lavone, e il parroco di questa parrocchia nella stessa epoca era obbligato "per antica consuetudine a recarsi spesso a celebrare a Eto messe feriali e festive, a cantare offici funebri e ad assistere a matrimoni, cioè a compiervi per antica e costante tradizione quegli atti di culto che indicano e confermano la parrocchialità di questa chiesa figliale della pieve di Bovegno e antichissima residenza di un prete beneficiato che vi teneva una pubblica e gratuita scuola. La chiesa continuò ad avere una certa autonomia; ebbe le sue confraternite di S.Nicolò e del SS.Sacramento, aveva legati e capitali per mantenere un proprio cappellano che vi teneva anche la Dottrina cristiana e sebbene quelli di Lavone si lamentassero dei disagi che dovevano affrontare per salire frequentemente a Eto per certe funzioni parrocchiali che vi si dovevano tenere, anche S.Carlo sostenne e confermò queste antiche consuetudini, e tre anni dopo la sua canonizzazione i pochi fedeli di Eto vollero collocarne il ritratto nella loro chiesa in segno di gratitudine e di pietà verso il grande santo cardinale, che vi è effigiato in atto di preghiera dinanzi al Crocefisso. Sotto si leggono queste parole: "/per sua divotione/ è stato donato a S.Nicolò/ per m. Matia di Battista/ q. Alessio Martinello / hab. in Brescia 1613".


    La chiesetta dedicata a S.Nicolò di Bari, patrono della scuola, era un tempo tutta affrescata dentro e fuori ma poi coperta da uno scialbo colore giallognolo. L'unico altare era sormontato da un polittico quattrocentesco con la Madonna e il Bambino e Santi. Alla base, a decorazione della cornice, sono allineati gli Apostoli. Il polittico cinquecentesco di ignoto ma valente pittore (o il Ferramola o il Civierchio) vi era stato trasferito da Lavone ed era stato sovrapposto un grande affresco absidale col Crocefisso fiancheggiato da S.Apollonio e da S.Nicolò di Bari con quattro altri santi, probabilmente i quattro evangelisti, forse opera dello stesso pittore del polittico accennato e forse a lui commesso dalla stessa persona che fece fare il polittico stesso e che, come ritiene il Guerrini, doveva essere stato lo stesso parroco D.Giovanni Grotti, poiché ambedue queste opere d'arte si devono assegnare al tempo del suo governo parrocchiale, cioè dal 1510 al 1540 circa. L'altare venne rifatto per ordine di S.Carlo nel 1580 e chiuso da un cancello. Nel 1658, la chiesa si arricchì di tre statue: dell'Eterno Padre a mezzo busto, e dei SS.Rocco e Cristoforo martire qui trasportate dalla parrocchia di Lavone, da dove vennero poi di nuovo rimosse. Devota è una cappella a poche centinaia di metri sotto la chiesa di S.Nicolò sul sentiero che porta a Bovegno. Ricorda i morti delle peste, ed era ricca di ex voto.


    A Eto nacque il I maggio 1863 don Omobono Piotti (v.) che, come ricorda una lapide posta sulla casa natale nel 1946, fu studioso e raccoglitore delle memorie della sua Valtrompia, sacerdote dotto, zelante e buono, morto il 6 aprile 1916. Ebbero un certo nome nelle vicinanze fra i pochi abitanti anche due nani, Angiolino e Domenica, che vissero a lungo nel piccolo paesello. Completamente abbandonato fino a pochi anni fa, Eto sta richiamando d'estate non solo numerosi visitatori, ma anche villeggianti e sembra ridestarsi dal secolare abbandono."

    Tratto da enciclopedia Bresciana, Antonio Fappani

      7 ottobre 2022

      Caratteristico borgo appartenente al comune di Pezzaze, in provincia di Brescia.

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        Collegamento: da Bovegno al Colle di San Zeno

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