Cicloturismo – Raccolta by Alvento – Italian Cycling Magazine
3
Tour
22:55 h
265 km
4.940 m
Il tempo lo si può ammazzare, perdere, dimenticare, rimpiangere. Sulla parola e il concetto di tempo, in dialetto pramzán, esistono decine di modi di dire, ma uno in particolare è sulla bocca di chi pedala. Lo dicono quando vanno piano, quando vorrebbero andare più forte, quando rimpiangono di non aver visto l’ultima novità di mercato di una marca di bici: G’vol dal témp. Ci vuole del tempo.
Difficile non essere d’accordo. Ci vuole del tempo per qualunque cosa, ma per andare in bici un po’ di più. Ci vuole del tempo nella preparazione, dalla pressione delle gomme al vestirsi, nel prendere dallo stendino le cose che la sera prima hai messo ad asciugare dopo la lavatrice. Nel mangiare qualcosa prima e dopo, nel riempire la borraccia alle fontanelle. Ci vuole del tempo anche per ricordarsi di scrivere agli amici, la mattina, che «oh stasera giretto? Giusto una trentina di chilometri che non ho tanto tempo».
Il tempo, a Parma, non è che stia fermo, sennò suonerebbe ancora Giuseppe Verdi, si guarderebbero solo film di Bernardo Bertolucci e segnerebbe ancora Faustino Asprilla. Ma bisogna scendere un po’ più a sud del capoluogo per osservare uno strano fenomeno di rallentamento: la pianura inizia pigramente a raggrinzirsi, diventa collina. Si vedono più alberi, meno macchine. L’odore nell’aria si fa più aspro per i campi concimati, la strada – se la scegli giusta – diventa sterrata. E tutto, a poco a poco, diventa più divertente. E sembra che il tempo, da queste parti, scorra in maniera diversa.
(Adattamento per Komoot di parte del testo di “Alvento Destinations”, un libro che raccoglie 13 idee di viaggio che ogni ciclista dovrebbe proprio fare: alvento.cc/prodotto/alvento-destinations-italy-unknown/)
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